DOSSIER SICUREZZA BICI |
A cura dell'associazione Bici & Dintorni – Torino |
Sommario |
||
Il ciclista e il
codice • i bambini • il casco • i traumatismi al capo • il primo soccorso • ciclisti in maschera? |
Sicurezza montata sulla
bici • una taglia per la bici • verifiche di sicurezza • i freni • le luci • il campanello |
• Ciclista e traffico cittadino • Chi rompe paga? • cosa fare dopo un incidente • assicurazioni |
Definizione
I “velocipedi” sono “veicoli con due o più ruote funzionanti a
propulsione esclusivamente muscolare, per mezzo di pedali od analoghi
dispositivi, azionati dalle persone che si trovano sul veicolo” (art.50
c.s.). Possono portare più di una persona solo se appositamente costruiti
(art.182 comma 5 c.s.). Per il trasporto bambini, si veda più avanti.
Caratteristiche tecniche
I velocipedi non devono eccedere m 1.30 di larghezza, m 3 di lunghezza, m 2.20
di altezza (art. 50 c.2 c.s.). Devono avere (artt. 68 c.s. 224 e 225 reg.)
pneumatici, freni indipendenti, un campanello udibile a 30 metri, luci
elettriche bianche o gialle anteriori e rosse posteriori, catadiottri
omologati rossi posteriori, gialli sui pedali e sui lati di ciascuna ruota
(anche le bici da corsa tranne che in gare autorizzate). Fanali e catadiottri
devono essere montati ed usati solo da mezz’ora dopo il tramonto a
mezz’ora prima del sorgere del sole, o di giorno in ogni circostanza di
scarsa visibilità, gallerie comprese ( artt. 68 comma 2 e 3;
152 comma.1 c.s.).
I bambini
“E’ consentito al conducente maggiorenne il trasporto di un bambino fino a otto
anni d’età” art. 182 c.5 c.s.) con “apposito sellino con braccioli e
schienale con una barra di assicurazione tra i braccioli. Il sellino non deve
superare la sagoma del velocipede, deve essere installato in modo da non
intralciare la visuale al conducente e la possibilità e libertà di
manovra...deve essere ancorato saldamente al telaio del velocipede1,
deve essere dotato di un sistema di protezione per le gambe e di bretelle di
contenzione...deve essere omologato” (art. 377 comma 5 reg.). A fine 1996 un
nuovo regolamento fisserà altre norme in materia. Chiedere informazioni
presso le associazioni cicloecologiste.
Dove non si può e dove si deve andare
Divieto di circolazione su autostrade, strade extraurbane principali e su tutte le
strade a queste analoghe indicate da segnaletica di “divieto alle bici”
(art. 175 c.s.). Obbligo di circolazione, se ci sono, sulle piste ciclabili
(“parte longitudinale della strada, opportunamente delimitata, riservata
alla circolazione dei velocipedi”, artt. 3 e 182 c.9 c.s.). Nelle aree
pedonali, divieto (però derogabile espressamente, art.3 c.s.)
2. I marciapiedi sono solo per i pedoni (art. 3 c.s.).
I percorsi separati dal traffico:
PISTA CICLABILE |
PISTA CICLABILE CONTIGUA AL MARCIAPIEDE |
PERCORSO PEDONALE E CICLABILE |
Dove mi metto ?
"I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni
della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero
superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre
procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e
proceda sulla destra dell’altro" (art.182 comma 1 c.s.). I velocipedi
devono “essere tenuti il più vicino possibile al margine destro della
carreggiata” (art.143 comma 2 c.s.) anche quando è ammessa la marcia per
file parallele (art.144 comma 2 c.s.), salva la necessità di svoltare a
sinistra negli incroci senza semafori o sorpassare (art.148, 154 c.s.).
“In corrispondenza delle intersezioni disciplinate da semafori, i conducenti dei veicoli a due ruote possono, nella corsia... affiancarsi agli altri veicoli in attesa del via” ma “la manovra a zig-zag” per portarsi avanti è vietata (art. 346, comma 6 e 7 reg.).
TRANSITO VIETATO ATTRAVERSAMENTO ATTRAVERSAMENTO
ALLE BICICLETTE CICLABILE CICLABILE
Bici a mano
É obbligatorio portare la bici a mano se:
- si intralciano i pedoni (art. 182 c.s.)
- "nel caso di attraversamento di carreggiate a traffico particolarmente
intenso” nonché “dove le circostanze lo richiedano" (art. 377 reg.)
- quando c’è un cartello esplicito di divieto di transito e in area pedonale
priva di deroga pro-bici (art.3 c.s.).
Comportamento in bici
In strada è vietato fare di “improvvisi scarti” e “zig-zag” (art, 377 reg.); obbligo di tenere “libero l’uso delle braccia e delle mani” e di “reggere il manubrio almeno con una mano” e di non limitarsi visuale e libertà di manovra; divieto di farsi trainare e trainare veicoli (art. 182, comma 2 e 3 c.s.)
Segnalazioni con le braccia
Ogni variazione di traiettoria va segnalata, o con le frecce luminose analoghe a quelle per gli altri veicoli (art. 225 comma 6.reg.) o, in assenza, sporgendo di lato le braccia.
L’intenzione di fermarsi si comunica alzando verticalmente il braccio (art.154 comma 2 c.s.).
Precedenze speciali
Le bici hanno precedenza sugli altri veicoli se c’è un attraversamento ciclabile segnalato (art. 40 c.s.), caso previsto, per garantire continuità a una pista, con tratteggio sull’asfalto. Le bici devono dare sempre la precedenza, oltre ai casi ordinari, anche se sboccano su una strada ordinaria da una pista ciclabile non “protetta” da strisce o semaforo (art. 145 comma 8 c.s.). Sempre ci vuole “massima cautela” nell’attraversare (art. 377 ult.comma reg.).
NOTE AL TESTO
1)Se si intende “telaio” in senso stretto se ne deduce che i “ carrelli porta-bimbi” sono illegali: Nel silenzio della norma, si può argomentare che un carrello porta-bimbi sia un “carrello appendice” parte integrante del veicolo bici e non sia un “veicolo trainato” (vietato dall’art. 182 comma 3 c.s.). Quindi il telaio del carrello sarebbe parte integrante del telaio della bici, e l’ancoraggio del seggiolino consentito (purché l’insieme bici+carrello resti nei limiti di sagoma dell’art. 50c.s.).
2) Occorre un cartello all’inizio delle isole pedonali.
3) Questa norma, così infelicemente formulata, applicata alla lettera comporta l’obbligo di passare sulle strisce e non sulla corsia per veicoli anche se si vuole andare diritto all’ incrocio semaforizzato, realizzando una traiettoria alquanto bizzarra. Inoltre costringe a svoltare a sinistra impiegando due fasi di semaforo.
4) Le norme di comportamento vigono anche sulle piste ciclabili.
Negli USA più del 50% degli incidenti in bici comportano lesioni alla testa. I traumatologi spiegano che il ciclista in caduta non ha quasi mai il tempo di ripararsi la testa con le mani, tenute fino all’ultimo istante aggrappate al manubrio dall’istintivo tentativo di evitare il “volo”. Inoltre proprio le città, più delle strade extraurbane, sono ricche di elementi come marciapiedi,auto parcheggiate, pali che possono aggravare le conseguenze di urti anche modesti. In USA il 75% dei decessi e il 70% dei ricoveri legati a cadute da bici è per lesioni a collo o testa. L’85% delle lesioni alla testa riscontrate in soggetti senza casco avrebbe potuto essere evitato o contenuto nel danno da casco. Le percentuali salgono ancor più trattandosi di bambini o adolescenti.
I caschi a strisce di vecchia concezione danno protezione ridotta ed espongono a lesioni da parte di oggetti o superfici in grado di passare tra una striscia e l’altra. Migliori sono i caschi rigidi, che hanno tutti un nucleo di schiuma densa - polistirene o polipropilene - che assorbe l’energia creatasi all’impatto. Poi possono avere anche un “guscio” esterno al nucleo: quelli a “guscio duro” hanno la migliore azione di diffusione sulla superficie del casco dell’onda d’urto, ma sono i più pesanti. Quelli “senza guscio” assorbono bene l’urto ma hanno una superficie dura, rugosa, che ostacola lo scivolamento. Un compromesso sono i caschi a “microguscio” che combinano peso leggero e capacità di assorbimento e diffusione dell’energia dell’urto.
Fondamentale che il casco sia omologato: significa che ha superato prove di assorbimento d’urto, resistenza alla penetrazione, tenuta del cinturino da parte di enti di controllo della qualità. Le omologazioni sono indicate da una decalcomania sul casco. Ogni Paese richiede di norma la propria; per l’Italia è la FCI, per gli Usa abbiamo le severe ANSI e SNELL, la tedesca è la TUV, svedese la SWEDISH.
Di norma ogni casco ha tre o quattro taglie, e si può ulteriormente adattare con spessori. E’ meglio non ricorrere però a spessori troppo grandi. Il casco non va bene se, per stare ben fissato, ostacola il movimento della bocca o se scivola scuotendo la testa.
I caschi moderni hanno prese d’aria e sistemi di circolazione d’aria più che validi. Si scelgano sempre colori chiari della calotta.
In caso d'urto Cambiare il casco. La capacità d’assorbimento urti comincia a ridursi dopo i 5 anni di vita. Non togliere il casco ad un ciclista traumatizzato al capo (purché il casco sia rimasto indosso in modo corretto senza pregiudizio della respirazione) prima dell’arrivo dell’ambulanza.
Individuando tre gradi di gravità, abbiamo traumatismi cosiddetti minori, in cui non c’è frattura cranica, ma movimenti violenti del cervello con commozione cerebrale. Si ha perdita di conoscenza breve, talvolta nausee e vomito, sovente amnesie. Il recupero può essere integrale, ma possono persistere postumi come mal di testa e disturbi della memoria.
Nei traumatismi severi si ha frattura cranica; sovente l’energia dell’ìmpatto è assorbita dalla frattura, dando luogo ad una semplice commozione. Di contro si può verificare un rischio di danno meningeo e di emorragia interna con formazione di ematoma comprimente il cervello (da cui coma, disturbi neurologici gravi, necessità di intervento chirurgico).
Nei traumatismi gravi si hanno coma profondo, rischio di morte, emorragia,
infezione cerebro-meningea il cui esito, se non è fatale, lascia postumi
importanti, talvolta permanenti (es. paralisi).
In soggetti con arterie fragili, anche un trauma minore può dar luogo a una
piccola emorragia nel cervello. Disturbi neurologici da trauma possono
manifestarsi alcune settimane (o mesi) dopo l’evento.
- Solo se è assolutamente inevitabile spostarlo (ad es. perchè non si riesce a fermare il traffico) trascinarlo con l’aiuto di un panno, o una coperta, senza movimenti bruschi.
- Se il ferito non respira bene, verificare cosa può ostruirgli la respirazione (vedere se la bocca è libera, aprire il colletto, slacciare la cintura)1
- In attesa dell’ambulanza, in presenza di emorragie venose di rilievo (sangue rosso scuro che cola in modo costante), cercare di tamponarle premendo sulla ferita con garze o fazzoletti puliti. Per le emorragie arteriose gravi vedi pag.13.
- Coprire e tenere caldo il ferito.
- Sopra ogni cosa: chiamare subito il 118 indicando con precisione il luogo del sinistro e le persone coinvolte; è fondamentale rispondere con calma alle domande dell’operatore che deve decidere quale mezzo di soccorso inviare.
- La Croce Rossa Italiana organizza periodicamente corsi di primo soccorso aperti a tuttti presso le sedi delle delegazioni provinciali. Diamo quì alcuni cenni meramente informativi sul soccorso al ciclista infortunato non cosciente, in attesa dell'ambulanza.
• accertare se l'infortunato respira (il torace si solleva, il soggetto non è cianotico, si nota l'alito, il cuore batte, cioè si sente, mettendo indice e medio a lato della trachea, il polso cosiddetto carotideo) o non respira (torace immobile, niente alito, soggetto cianotico - labbra e unghie bluastre).
• l'infortunato incosciente che respira senza fatica va posto in "posizione laterale di sicurezza"
per evitare il rischio di soffocamento causato dalla lingua o da vomito. Si distende l'infortunato su di un fianco, braccia allungate sullo stesso lato; testa di lato su cuscino o similare, arrovesciata all'indietro (per far passare l'aria); gambe nella posizione della fig.10. IMPORTANTE: MAI ADOTTARE QUESTA POSIZIONE (nè quella antishock, cioè bacino e gambe più alte del capo), NÉ ESTENDERE IL CAPO O ROVESCIARE LA TESTA SE SI SOSPETTA UNA LESIONE ALLA COLONNA VERTEBRALE (indizi: l'infortunato ha battuto la schiena e, se cosciente, accusa dolore in un punto della colonna, o ha formicolio, o insensibilità, o immobilità agli arti, o se perde urina e feci).
• se la persona non cosciente non respira e non c'è battito cardiaco si deve praticare subito la respirazione artificiale bocca a bocca associata al massaggio cardiaco esterno (MCE) per evitare la morte.
L'MCE fa circolare il sangue che viene ossigenato dalla respirazione artificiale.
• vediamo prima come si pratica la respirazione bocca-bocca (utile anche, senza MCE, quando il cuore batte per sostenere una respirazione difficoltosa del ferito). a) iperestendere la testa (capo all'indietro, mento in alto, lingua spostata), purchè non si sospetti lesione alle vertebre cervicali. Liberare la bocca da corpi estranei, slacciare colletti, ecc.
b) chiudere il naso dell'infortunato
c) applicare la propria bocca sull'altra bocca; insufflare ogni 4-5 secondi controllando se si muove il torace dell'infortunato. In alternativa alla bocca si può avvolgere il naso.
d) tenere d'occhio il polso e continuare anche a lungo la pratica fino alla ripresa autonoma della respirazione.
• vediamo ora come fare l'MCE (infortunato disteso su piano rigido); non praticarlo se c'è battito cardiaco autonomo nel soggetto
a) il punto di applicazione dell'MCE è circa tre dita sopra la punta dello sterno (es. misurare lo sterno, dividere a metà e fare l'MCE subito sotto tale metà)
b) mettere le mani a piatto una sull'altra (dita staccate dal petto dell'inforunato)
c) eseguire compressioni elastiche a braccia rigide perpendicolarmente allo sterno, affondando la compressione per circa 4 cm. (ritmo una compr./secondo per adulti, 80-100 al minuto per bimbi )
• Vediamo l'azione rianimatoria combinata di respirazione artificiale e MCE, che vanno praticati sempre alternati, mai in contemporanea
a) prima di cominciare, provare a dare un pugno sui due terzi inferiori dello sterno: poterbbe riavviarsi il battito
b) testa iperestesa, naso chiuso, fare 2-3 insufflazioni
c) dopo ciò, 15 compressioni di MCE
d) 2 insufflazioni
e) 15 compressioni, e procedere così con lo schema 15-2-15 fino alla ripresa del battito regolare
f) non continuare l'MCE se c'è ripresa del battito autonomo
g) non disperare se non c'è ripresa immediata; proseguire, controllare ogni 2-3 minuti il polso carotideo
h) dopo la ripresa continuare il controllo del polso per intervenire in caso di un altro arresto
Traumi cranici: mai sollevare gli arti inferiori; se c'è frattura cranica e sanguina un orecchio mantenere la posizione della vittima dalla parte dell'orecchio sanguinante e non tamponare. Evitare contatto tra materiali non sterili e materia cerebrale eventualmente esposta. Attenzione al vomito (soffocamento; eventuale posizione di sicurezza con cautela).
Lesioni di colonna: niente spostamenti anche se minimi
Frattura di femore e bacino: non muovere il soggetto (il fratturato al bacino può essere messo a gambe flesse)
Traumi al torace: se c'è una ferita al torace e si ode un fischio o soffio, è aria: fondamentale chiudere la ferita in ogni modo (anche la mano) per evitare una morte rapida Emorragie arteriose gravi: si riconoscono perchè il sangue esce a violenti zampilli intermittenti ed è rosso vivo. Occorre comprimere a distanza per bloccarle, cioè schiacciare forte un punto dell'arteria tra cuore e ferita. Rischio di morte se non si bloccano in fretta.
In Torino esistono otto centraline del Comune per il monitoraggio dei dati sull'inquinamento. E’ fondamentale la collaborazione dei cittadini affinché sottopongano i loro veicoli ai controlli obbligatori disposti dal Comune (Bollino Verde).Tra l’altro, un motore in ordine consuma anche meno. Si vedono alcuni ciclisti dotati di mascherine: occorre attenzione nell’acquisto. Alcuni modelli proteggono effettivamente solo dalle polveri e nulla possono contro i particolati degli agenti inquinanti. Le maschere utili a questo scopo hanno filtri delicati da cambiare spesso. E’ sufficiente che la maschera non aderisca perfettamente per vanificarne l’utilità. Il ristagno di aria che inevitabilmente si forma nella maschera può agevolare le infiammazioni delle vie respiratorie.
Pedalare su un mezzo non adatto alla propria taglia può, alla lunga, causare vari problemi: ad esempio all’anca, bacino, colonna e addirittura prostata (schiacciamento) e polsi (eccessiva tensione)!
Ogni telaio ha una misura
Anche i telai economici hanno una loro misura (indicata con K in figura), espressa in centimetri, che coincide con la lunghezza del tubo piantone “da centro a centro”. Le lunghezze degli altri tubi nei prodotti economici sono standard in proporzione a questa.
Ogni ciclista ha la sua taglia
Per capire qual è la misura di telaio adatta, il ciclista deve misurare la lunghezza dal cavallo (pavimento pelvico) al suo piede (piedi distanziati di 15 cm. e scalzi) e moltiplicarla per 0,66 (sottrarre al prodotto 5 se è MTB).
La sella
E’ preferibile una con profilo anatomico, anche se un po’ meno comodo. Non deve mai essere inclinata verso l’alto.
Il cannotto non deve mai svettare sul telaio più di 15-18 cm. su bici non MTB.
Il manubrio
Gli assetti corsa lo esigono molto basso rispetto alla sella. Meglio non esagerare se si vuole più comfort (2-5 cm.). Il manubrio da corsa è meno adatto per la città, la posizione che bisogna mantenere più scomoda, i doppi freni alla francese sono inaffidabili.
In conclusione
Una bici fa grosso modo per noi se, rispettate le condizioni viste sopra, stando in sella a bici diritta sfioriamo terra e se, cavalcando il tubo orizzontale del telaio ci sono circa 3 cm. tra il tubo e il nostro cavallo (un palmo per le MTB, calcolato al punto più alto del tubo). In ogni caso, quando siete in sella, l’estensione della gamba con il pedale nella posizione più bassa deve essere quasi completa (salvo una leggera flessione).
Verifiche di sicurezza all'acquisto della bici
- Siano ben serrati e senza giochi: manubrio, pedali, pedivelle, leve freni,
pattini dei freni (serrati al freno), la serie sterzo interna (frenare con il
freno anteriore e tirare e spingere a scatti la bici: se si sentono come dei
colpetti tra attacco manubrio e telaio, ci sono dei giochi nella serie
sterzo).
- Fate girare le ruote sollevate da terra: sono tollerabili oscillazioni della
ruota (osservabili controllando lo spazio fra pattino e cerchio) al massimo di
2 mm. Se la ruota non gira con facilità, potrebbero essere stati serrati
troppo i cuscinetti dei mozzi.
- Le valvole delle camere d’aria siano perpendicolari al cerchio e il
copertone sia ben cacciato nel cerchio.
- Esaminate a fondo il telaio alla ricerca di eventuali, pericolose fessurazioni,
anche molto piccole. (controllare in particolare nelle zone vicino allo
sterzo, reggisella, movimento centrale e tra le congiunzioni se ci sono e i
tubi)
- Se il cannotto reggisella rimane scalfito nella parte che si cala dentro il
tubo piantone, ci sono anomalie in questo tubo.
- Controllate azionando con le mani i pedali all’indietro che non ci siano
attriti per maglie difettose della catena.
- Verificate che i pattini facciano presa sul cerchio senza bisogno di stringere
a fondo le leve-freno.
- Fate un po’ di cambiate di prova.
- Chiedete garanzie scritte specifiche su telaio e componenti (diffidare di chi
dice “la nostra garanzia è il nostro buon nome”; se si ha un “buon
nome”, non si deve temere di dare una buona garanzia).
In ogni caso bisogna conservare lo scontrino fiscale (in assenza di garanzia specifica è
l’unica prova per le garanzie di legge contro i “vizi” della cosa venduta).
- E' garanzia di serietà del venditore l'offerta di “tagliandi” nel
post-vendita (servono alle bici come alle auto!) compresi nel prezzo e la cura
nella regolazione di assetti e parti meccaniche.
Evitare i campanelli in plastica, fragili.
Abbiamo dei nuovi prodotti, in metallo, importati dalla Cina, come il campanello “Din Don” di dimensioni decisamente maggiori e dotato di campana grande e più rumorosa, e quelli “ rotativi”, anch’essi di grandi dimensioni e ancor più rumorosi. Entrambi costano intorno ai 5 € e garantiscono un’intensità di suono pari a 75/80 Db.
Passando ai campanelli di tipo elettronico, ce ne sono di dimensioni più contenute con frequenza alternata a due tonalità e intensità sonora pari a 75/80 Db.: costano circa. 8.00 € e sono molto utili per la città. Altri dispositivi, da 90 Db, costano circa 15 €.
La qualità della frenata dipende anche dal cerchio (che nelle bici da città è quasi sempre in acciaio) e dall’attrito che esercita il pattino su di esso, specie in caso di pioggia: in questo senso è consigliabile il cerchio in lega leggera d’alluminio, che è più repellente all’acqua e presenta una leggera satinatura, per cui, essendo più ruvido, assicura maggiore attrito. Sgrassate i cerchi con l'aceto. Sarebbe opportuno lubrificare le parti di trasmissione dell'impianto frenante e scegliere sempre cavi in acciaio inossidabile. Occorre frenare sempre con piccoli colpi regolari per evitare il bloccaggio delle ruote. In caso di lunghe discese i pattini surrriscaldati possono lasciare frammenti di gomma sul cerchio, da rimuovere. Pulite i pattini con acetone.
Non sono necessari nel traffico urbano dei costosi freni a disco, oppure di tipo idraulico (rispettivamente 350 € ca. e 500 € ca.), buoni freni cantilever o “a ganascia” sono più che sufficienti. Purtroppo le biciclette in circolazione, soprattutto quelle acquistate attraverso la grande distribuzione, sono equipaggiate con componenti di basso livello (assolutamente da evitare ad esempio le leve dei freni in plastica, e attenzione anche alla qualità dei pattini o a quella dei cavetti dell’impianto!) e frequentemente gli utenti quotidiani della bici, specialmente se hanno i cerchi d’acciaio, hanno dei grossi problemi in frenata. Un buon compromesso, in grado di offrire sufficienti garanzie, è rappresentato da un freno posteriore A TAMBURO e da un freno anteriore CANTILEVER o A GANASCIA: un buon impianto frenante di questo genere non costa meno di 40 €
L’impianto classico (che costa tra 10 e 15 €) presenta, oltre alla dinamo, un fanale con luce a incandescenza anteriore. Oggi si può avere, con una spesa di 5 € aggiuntivi, un più moderno faro ALOGENO che è già un vero e proprio proiettore, con un buon fascio di luce. Esiste un tipo di dinamo centrale (non quindi laterale, sulla forcella) con un rullino che agisce sul copertone: costa circa 20 € ma è molto più funzionale, anche se usura maggiormente il copertone.
• Impianti a batteria: sono costituiti da un faro anteriore alogeno, alimentato da 2 batterie, che offre un ottimo fascio di luce, ma purtroppo scarsa autonomia ( non più di 6 ore).
Per quanto riguarda le luci posteriori, si vanno diffondendo i fanalini “FLASHING LIGHT”, caratterizzati da una serie di “led” (talora intermittenti) ad alta luminosità e basso consumo: sono alimentati da 2 batterie ed hanno un’autonomia molto elevata (più di 500 ore), costano ca. 10 € e sono visibili a 500/600 m. di distanza. Ne è stato ultimamente diffuso un altro tipo, un lampeggiante a luce stroboscopica, che dà una luminosità ancor più elevata, pur con la medesima durata; il prezzo è di 25-30 €.
• Catadiottri: oltre al tipo tradizionale ancorato ai raggi delle ruote, è oggi in circolazione un particolare tubicino, da inserire tra un raggio e l’altro, nel diametro interno del cerchione, ricoperto da una speciale pellicola gialla ad altissima rifrangenza. E’ una soluzione decisamente migliorativa e costa solo 13 € la coppia.
ATTENZIONE. Ricordarsi di pulire ogni tanto il fanale. Fare attenzione alla direzione del fascio di luce, che non deve essere rivolto verso la ruota ma in profondità! Se si ha il portapacchi anteriore, montare il fanale in punta al portapacchi.
Dovendo scegliere un casco ed un impermeabile, tanto vale prenderli chiari; alcuni caschi hanno piccoli catarinfrangenti.
Specchietto
In tema di sicurezza, questo è un accessorio utilissimo, specialmente in città: è consigliabile il tipo PARABOLICO, che costa sui 9 €. Gli attuali specchietti sono adattabili anche alle bici da corsa.
CICLISTA E TRAFFICO CITTADINO
In USA... Dati statistici (1) mostrano che gli incidenti tra bici e auto sono circa il 17% del totale degli incidenti in bici (ma sono spesso quelli con le conseguenze più gravi), percentuale uguale a quella dei “conflitti” bici-bici. L’insidia più grave per il ciclista è la perdita di controllo autonoma del mezzo (50%).
Il pericolo maggiore nella coabitazione auto-bici appare la mancata precedenza (causa il 48% dei sinistri auto-bici), seguita dal procedere contromano e dalla svolta di auto che tagliano la strada.
...In Europa...
Gli automobilisti sono responsabili del 79.3 % di incidenti con i ciclisti in Italia, del 76.1 in Germania e del 55 in Francia. Un campione europeo di ciclisti, intervistato nel corso di un’indagine sulla sicurezza stradale2 si è dichiarato al 90% favorevole alle piste ciclabili, intese come reazione estrema all’indisciplina delle auto (il 60% le avverte come minaccia).
Situazioni di pericolo percepite dal campione europeo
In Italia
un campione intervistato dalla rivista Cicloturismo (n.8/1993) lamenta, rispetto ai ciclisti europei, una condizione particolarmente disastrata delle strade (buche, tombini montati di traverso e fondo sconnesso). Quasi il 90% del campione ammette di essere indisciplinato (il 38% occasionalmente, il 34% abbastanza spesso). Per il 90% auto e camion sono i veicoli più pericolosi. Meno del 3% ritiene che siano le altre bici le insidie maggiori. Una curiosità: il 40% del campione lamenta il pericolo rappresentato dai cani randagi sulle strade extraurbane.
...a Torino...
Una ricerca condotta su un campione casuale di giovani ciclisti urbani torinesi3 ha mostrato quanto segue: INCIDENTI: il 31% del campione ne ha avuto almeno uno. Ecco il dettaglio delle dinamiche e delle cause.
CONFLITTI CON PEDONI: il 31% del campione lamenta conflitti con i pedoni, il 10% del campione globale, non solo circola sui marciapiedi, ma si lagna pure della presenza dei pedoni.
Problemi sui marciapiedi o sotto i portici 11%
Conflitti sulle piste ciclabili 4%
In generale i pedoni che non guardano 9%
Varie 7%
CONFLITTI CON LE AUTO: circa il 25% del campione ha avuto un incidente con le auto.
INCROCI PERICOLOSI: anche se la ricerca non l'ha specificamente evidenziato, è una causa di pericolo la forma di determinati incroci detti "ammazza-ciclisti". In questi casi il rimedio migliore è ridisegnare in toto l'intersezione. Ecco un esempio di incrocio critico.
PERICOLI NELLA CIRCOLAZIONE:
elenchiamo i problemi più frequenti evidenziati dai ciclisti ed alcune
possibili contromisure atte a ridurre, almeno in parte i rischi
Problemi | Soluzioni |
DA AUTO |
Occhio al conducente Stare almeno un metro dalle auto parcheggiate Girarsi indietro prima dell'incrocio. Ascoltare le scalate di marcia Usare la paletta distanziatrice Interventi a livello strutturale. Moderazione del traffico motorizzato Affrontarli il più perpendicolarmente possibile, soprattutto con la pioggia Anticipare la manovra, rinunciare se è troppo tardi Prestare massima attenzione |
Inoltre vanno esaminati anche i propri obblighi (di denuncia tempestiva, di conservazione di documentazione e ricevute, di disponibilità a visite mediche - fatevi garantire che si svolgano nella vostra città - etc.)
Il recente recepimento di norme CEE fa sì che le Compagnie non possano più riservarsi clausole di recesso (cioè “ritiro”) unilaterale in caso di sinistro.
NOTA
1. Il diritto all’indennizzo verso la Assicurazione si estingue per
prescrizione dopo un anno dal fatto. Per evitare ciò, non lasciar mai
trascorrere un anno senza rinovare la propria richiesta scritta di indennizzo.
Consulenti scientifici dell'opera:
• dott. Bruno Sancineto, costruttore di biciclette, Torino
• dott.Fabrizio Verzini, medico chirurgo, specialista in Medicina dello Sport,
consulente Federazione Ciclistica Italiana
• dott. Daniele Franceschini, medico chirurgo
• avvocato Mauro Vergano
Ringraziamenti:
• Croce Rossa Italiana, Comitato di Torino, dottori Calvano e D'Antuono
•
Biblioteca dell'Istituto di Medicina dello Sport di Torino
•
Gianni Catania, Alberto Collidà, Federico Germano, Angelo Maestri, Andrea
Martina, Mino Rosso
•
I disegni a pag.18 e19 sono tratti dal libro "Il ciclista" della
Casa Editrice Ulrico Hoepli
Testo a cura di Massimo Vergano. Progetto grafico e impaginazione a cura di Antenore Vicari.